domenica 16 dicembre 2007

Sasse e la connessione problematica- nuova puntata

Il palazzo delle esposizioni di Riga occupa una posizione geograficamente invidiabile.
Situato di fronte al municipio e subito dietro al mercato vecchio, ospita annualmente mostre fotografiche dei più grandi artisti contemporanei.
Sasse Laura, notoriamente appassionata di fotografia, venuta a conoscenza della mostra si era ripromessa di non mancare.
Così decise di sfidare le intemperie del gelido inverno nordico e un sabato mattina si recò in centro.
Giunta a destinazione entrò nell'edificio.
Varcata la soglia, Sasse vide un addetto al personale del museo che era intento a distribuire opuscoli informativi ai visitatori.
In particolare la mostra riguardava l'effetto della luce in condizioni limite.
Mi spiego meglio....
Sulla seconda pagina del volantino, erano illustrate le opere di un giovane artista emergente, considerato in patria il nuovo Chagal.
Le illustrazioni erano accompagnate da qualcuna delle sue affermazioni più famose.
La sua filosofia può essere sintetizzata in frasi come: il bianco per l'esposizione è una delle cose piu difficili da rendere;
mai usare il seppia o il colore per dare effetto alla neve.
A questo punto Sasse Laura, che vanta anke la vittoria di un concorso fotografico giovanile, lette quelle frasi capì che la mostra sarebbe stata ridicola...così girò i tacchi e tornò a casa.

La domenica era trascora nella calma più assoluta...il pomeriggio volgeva al termine quando un avvenimento inatteso scosse il docile animo della nostra sveiana.
Sasse aveva sempre condiviso tutto con S.; oramai erano in totale sintonia; si cambiavano puntualmente nella stessa stanza; si scambiavano i vestiti e si davano suggerimenti sulle acconciature possibili.
S. aveva anke vegliato su Sasse quando quest'ultima era stata male, febbricitante....durante alcuni incubi dovuti alla malattia, S. aveva stretto con forza e calore la mano di Sasse...era un modo per farle capire che le era vicina....inoltre S. si era anke preoccupata di cambiargli costantemente la pezzetta umida per la fronte...
Insomma ormai erano come sorelle...
Verso le 18 Sasse sentiva improvvisamente un bisogno impellente di usare la toilette..
Salì così le scale in fretta e furia, sbattendo ripetutamente il ginocchio contro gli sconnessi pioli di legno...
La sua bocca si spalancò dallo stupore una volta che arrivò di fronte alla porta del bagno..questa era aperta...
La tavoletta del water però non era posizionata come avrebbe dovuto....
Minacciosamente sollevata......il bordo della tazza completamente verdognolo...
Mezzo metro più in dietro, in piedi, una mano appoggiata sull'anca sinistra, S. si dilettava a disegnare traiettorie sempre diverse, noncurante delle norme igieniche in vigore dal crollo del muro.
Ora mentre si sistemava con cura l'armamentario sotto alla gonna di flanella, Sasse avrebbe voluto essere a un migliaio di km da lì...ma subito tornò alla dura realtà: era bloccata in quel posto; non aveva vie di fuga; avrebbe dovuto attendere ancora otto mesi e mezzo prima di poter tornare....

La domenica notte, Sasse nn aveva chiuso okkio....memore dell' incontro shock avvenuto nel bagno solo qualche ora prima, si era barricata in camera...nonostante ciò tendeva sempre un orecchio alla porta, per paura che si avvicinasse qualcuno...
Tuttavia, verso le 04.00 del mattino, la stanchezza la vinse e Sasse piombò in un profondo sonno senza sogni.
Al risveglio l'angoscia che la opprimeva la sera prima era dimenticata (quasi del tutto).
Lunedì era un giorno speciale...da una settimana Sasse e S. avevano programmato un'uscita serale, giù al porto di Riga.
Adesso che era giunta l'ora di uscire però, Sasse nn si sentiva più così euforica....Nella sua mente riaffiorava quella visione immonda della sera prima...
Decise di farsi forza e salì in macchina con S.
Arrivate/i al club "Occor", S. disse a Sasse di sedersi e di aspettarla dieci minuti....
Sasse si sedette allora ad un tavolo, proprio sotto al palco.
Qualche istante più tardi, Sasse avrebbe voluto sotterrarsi....
S. era vestita/o con un asfissiante body in pelle nera traslucida; in testa una maschera anch'essa di pelle...a completamento un paio di stivali con tacchi da 10 cm e guanti alla catwoman...
Nella mano destra S. impugnava un lungo frustino flessibile, uno di quelli che farebbe sobbalzare anche un cavallo da corsa.....
Sasse aveva il volto coperto dalle proprie mani....la vergogna provata in quegli istanti non l'aveva mai conosciuta prima...
Ma nn c'era tempo per riflettere o per piangere...
La folla del piccolo locale per soli adulti la acclamava a gran voce...
Sasse Laura doveva salire sul palco.

FINE PUNTATA.

Nessun commento: